Turismo

Il turismo nel Chianti Senese dal 2010 al 2019

La domanda turistica del Chianti senese è caratterizzata da una forte incidenza dei mercati stranieri; nel 2019 il 69,4% degli arrivi e il 78,7% delle presenze totali hanno avuto origine proprio da viaggiatori provenienti da fuori i confini nazionali.


Non si può prescindere dal fatto che alla fine di aprile 2020 più della metà della popolazione mondiale è costretta al lockdown

Prima di affrontare l’analisi del mercato turistico del Chianti Senese non si può prescindere dal fatto che alla fine di aprile 2020 più della metà della popolazione mondiale è costretta al lockdown: isolamento, attività chiuse o rallentate, distanziamento sociale. Sono solo alcune delle misure che sono state prese nei Paesi che si trovano a fronteggiare la pandemia di Coronavirus. Una paralisi dell’economia mondiale che, secondo molti osservatori, porterà ad una crisi generalizzata. Sicuramente ogni Paese reagirà a suo modo, ma non vi sono dubbi sulla previsione di una contrazione mondiale del PIL, la più grande dalla Seconda guerra mondiale.

Ma se rivolgiamo lo sguardo al passato, l’espansione del turismo nel Chianti Senese ha contribuito senza dubbio a dinamizzare le attività economiche tradizionali e a valorizzare le specificità culturali locali, offrendo nuove possibilità occupazionali. Ora, invece, tutta l’attenzione è rivolta al superamento dell’emergenza sanitaria e alla normalizzazione del mercato. Ma considerato che i cambiamenti che scaturiranno avranno un impatto rilevante su tutto il sistema turistico locale, una rigorosa valutazione del trend che nel corso degli ultimi dieci anni ha interessato l’offerta e la domanda turistica del territorio può aiutare a valutare il reale potenziale di sviluppo turistico dell’area.

Se prendiamo come punto di riferimento generale le stime le stime del World Tourism Organization (UNWTO), il trend di crescita degli arrivi turistici internazionali  è proseguito anche nel 2019, con un +3,8% rispetto al 2018. Sebbene alcuni fattori (Brexit, tensioni geopolitiche e commerciali, rallentamento economico globale) abbiano leggermente frenato il trend rispetto alle performance dei due anni precedenti (+7,2% nel 2017, +5,6% nel 2018), il 2019 è stato il decimo anno consecutivo di crescita. Dal 2010 si contano oltre 500 milioni di arrivi in più, con un +53,5%. Tutte le aree mondiali hanno registrato un aumento; in particolare l’Europa (+255 milioni di arrivi), l’Asia e il Pacifico (+155 milioni). 

Arrivi turistici internazionali
Evoluzione di arrivi e presenze turistiche in Italia

Anche in Italia, il trend della domanda turistica ufficiale è stato positivo nell’ultimo decennio. Ad eccezione di un lieve rallentamento nel biennio 2012-2013, sia gli arrivi sia le presenze sono cresciute costantemente. I dati del 2019 (ancora provvisori) indicano un totale di oltre 127 milioni di arrivi e 434 milioni di presenze, per una permanenza media di 3,4 notti. Rispetto al 2010, il saldo è positivo di circa 29 milioni di turisti e di 59 milioni di pernottamenti, con un aumento rispettivamente del +29,0% e del +15,6%; la durata media del soggiorno è invece diminuita di circa mezza giornata (era 3,8 notti nel 2010).

La crescita del mercato negli ultimi anni è dovuta principalmente al rafforzamento della componente internazionale, la quale già da qualche stagione aveva superato come presenze quella nazionale (nel 2019, gli stranieri hanno inciso per il 50,4% delle presenze totali). Dal 2010, i turisti provenienti dall’estero hanno realizzato oltre 53 milioni di presenze in più, rispetto ai circa 5 milioni in più dei turisti italiani.

Sia il comparto ricettivo alberghiero sia quello complementare  hanno beneficiato del trend favorevole; il primo, che nel 2019 ha intercettato il 64,6% dei pernottamenti totali, è cresciuto dell’11,7%, il secondo di oltre 23 punti; il saldo positivo è stato per entrambi di circa 29 milioni di presenze.

Variazione % presenze turistiche in Italia per nazionalità e per tipologia ricettiva – Periodo 2010-2019

Invece, se spostiamo l’attenzione sul territorio del Chianti Senese e sulla dimensione del mercato turistico, in base ai dati 2019 pubblicati dal Servizio Turismo e Statistiche del Comune di Siena,  l’offerta ricettiva ufficiale è costituita da un totale di 380 esercizi e oltre 7 mila posti letto. L’ospitalità alberghiera è affidata a 39 imprese con 1.887 posti letto (25,4%), prevalentemente alberghi a 3 e a 4 stelle .L’offerta complementare è composta da 341 attività e 5.528 posti letto (74,6%), in larga parte alloggi agrituristici ma anche affittacamere e case vacanza.

Il comune con la maggiore disponibilità è Castelnuovo Berardenga (128 strutture e 2.506 posti letto), seguono Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti e Radda in Chianti.

Sempre con riferimento al 2019, nel Chianti Senese si sono registrati quasi 180 mila arrivi turistici e un totale di oltre 547 mila presenze; la permanenza media è stata di 3 notti. 

In linea con le tendenze nazionali e regionali, anche il settore ricettivo del Chianti Senese  ha dimostrato una certa vitalità negli ultimi anni, dovuta principalmente alla crescita del numero di imprese specializzate nell’ospitalità complementare e una sostanziale stabilità di quelle tradizionali di tipo alberghiero.

Rispetto al 2010, infatti, il comparto extralberghiero si è rafforzato con un totale di 23 esercizi e 991 posti letto (+21,8%), mentre quello alberghiero ha registrato un calo di 2 imprese e un lieve aumento di 58 posti letto (+3,2%). Le tipologie di esercizio maggiormente cresciute sono state gli agriturismi (+26 esercizi) e le case vacanza (+15); tra gli alberghi si è ampliata l’offerta di 4-5 stelle e si è ridotta quella di media categoria.

La dimensione del mercato turistico nel Chianti senese – Anno 2019

A livello comunale guida la classifica Castelnuovo Berardenga con 9 esercizi e 371 posti letto in più, seguono Gaiole in Chianti con 6 strutture e 244 posti letto in più, Radda in Chianti con 8 attività e 222 posti letto in più, mentre a Castellina è diminuito il numero di esercizi di 2 unità ma sono cresciuti i posti letto di 211 unità.

Evoluzione offerta ricettiva

Invece, il trend dell’ultimo decennio della domanda turistica appare altalenante con periodi negativi (il triennio 2012-2013 e l’anno 2016) e stagioni particolarmente favorevoli (gli anni 2011 e 2015 e l’ultimo triennio). Proprio i risultati dell’ultimo periodo hanno permesso di raggiungere livelli record, sia in termini di turisti sia in termini di giornate di presenza. Il saldo del decennio è saldamente positivo, con un incremento di circa 64 mila arrivi (+55,3%) e di 100 mila presenze (+22,3%). 

Il periodo ha registrato anche un significativo cambiamento della durata dei soggiorni. La “nuova” domanda ha privilegiato soggiorni sempre più brevi determinando una costante riduzione della permanenza media, passata dalle 3,9 notti del 2010 alle 3 notti del 2019. 

La domanda è cresciuta a ritmi considerevoli in tutti i comuni. Il contributo più elevato arriva ancora una volta da Castelnuovo Berardenga con circa 43 mila presenze in più, seguono nell’ordine Castellina in Chianti con quasi 23 mila presenze, Radda e Gaiole in Chianti con un balzo di circa 17 mila presenze ciascuno.

Evoluzione domanda turistica

La domanda turistica del Chianti senese è caratterizzata da una forte incidenza dei mercati stranieri; nel 2019 il 69,4% degli arrivi e il 78,7% delle presenze totali hanno avuto origine proprio da viaggiatori provenienti da fuori i confini nazionali.

Gli stranieri si distinguono anche per soggiorni decisamente più lunghi rispetto agli italiani: 3,5 notti per i primi contro poco più di 2 notti per i secondi.

Il tasso di internazionalizzazione della domanda è molto elevato in tutti i comuni dell’ambito; le percentuali più alte si rilevano a Castellina e Gaiole in Chianti (intorno all’84% del totale), quelli più bassi a Radda in Chianti (76,9%) e Castelnuovo Berardenga (72,2%), dove pertanto anche il turismo domestico assume un ruolo più rilevante.

Entrambe le componenti della domanda hanno contribuito alla crescita del turismo dell’ultimo decennio. Rispetto al 2010, le presenze degli italiani sono cresciute di circa 37 mila unità, quelle degli stranieri di circa 63 mila.

In linea con la composizione dell’offerta ricettiva dell’area, la parte più ampia della domanda turistica viene intercettata dalle numerose strutture extralberghiere ; nel 2019, queste hanno dato ospitalità al 60,8% dei turisti arrivati sul territorio e hanno registrato circa i due terzi dei pernottamenti trascorsi. 

Arrivi e presenze per nazionalità - Anno 2019

In questi esercizi sono stati realizzati anche i soggiorni più lunghi, in media 3,4 notti, rispetto a quelli degli esercizi alberghieri di 2,6 notti.

La distribuzione dei flussi tra i due comparti ricettivi presenta alcune differenze tra i comuni. 

Rispetto al 2010, infatti, il comparto extralberghiero si è rafforzato con un totale di 23 esercizi e 991 posti letto (+21,8%), mentre quello alberghiero ha registrato un calo di 2 imprese e un lieve aumento di 58 posti letto (+3,2%).



Le tipologie di esercizio maggiormente cresciute sono state gli agriturismi (+26 esercizi) e le case vacanza (+15); tra gli alberghi si è ampliata l’offerta di 4-5 stelle e si è ridotta quella di media categoria.

In particolare se a Castelnuovo Berardenga e Gaiole, circa i tre quarti dei pernottamenti sono registrati da attività extralberghiere, questa quota scende al 66,5% a Castellina in Chianti e al 47,5% a Radda in Chianti dove sono più numerosi le notti trascorse preso le imprese alberghiere. 

L’ultimo decennio ha visto aumentare le richieste sia per i soggiorni in strutture alberghiere sia soprattutto per quelli in esercizi complementari.

Per i primi la crescita rispetto al 2010 è stata di circa 18 mila pernottamenti, per i secondi di quasi 82 mila pernottamenti per una variazione percentuale pari a +28,7%. 

Arrivi e presenze per tipologia ricettiva - Anno 2019

Infine, l’ultima osservazione è sui dati del tasso di occupazione lorda (calcolato su un ipotetico periodo di apertura continuativo durante l’anno) delle strutture ricettive. Tale indicatore permette di analizzare l’evoluzione della domanda turistica mettendola in relazione al trend dell’offerta ricettiva. 

Secondo i dati a disposizione, l’occupazione complessiva delle strutture ricettiva del Chianti senese si è attestata al 20,2% nel 2019, circa un punto in più rispetto a quella rilevata nel 2010 (19,3%). Le strutture alberghiere hanno raggiunto il 26,3% con un balzo di circa due punti rispetto al 2010, quelle complementari si sono fermate al 18,2% con un incremento di un punto percentuale.

Tasso di occupazione lorda per tipologia ricettiva

Insomma, i dati di un passato assai recente hanno toccato tassi di crescita interessanti e lasciano ben sperare per il futuro, anche se le prospettive del breve termine non sono per nulla confortanti. Da questo punto di vista la produzione di stime o prospettive di trend ben definiti non sono affatto facili, ma non si può prescindere da fatto che la crisi investirà inevitabilmente anche il sistema turistico del Chianti Senese: strutture ricettive, agenzie di viaggi, ristorazione, professioni turistiche, organizzatori di eventi e meeting, eventi, ecc. registreranno i risultati peggiori degli ultimi anni. Invece, è ragionevole immaginare che tutto il settore dell’agroalimentare non dovrebbe avere contraccolpi significativi; da questo punto di vista il Chianti ha un discreto vantaggio competitivo, considerato che i suoi prodotti agroalimentari sono eccellenze riconosciute in tutto il mondo. 

Siamo ormai ad un passo dalla ripresa di tutte le attività economiche ed è opinione diffusa che la domanda turistica dei prossimi mesi sarà così caratterizzata:  

Particolare propensione agli spostamenti dopo un lungo periodo di lockdown;

Minore propensione di spesa e forte attenzione al contenimento del budget dovuto alla forte contrazione dell’attività economica;

Scelta di destinazioni di “prossimità” e possibilmente con un livello dei prezzi non eccessivamente elevato;

Diminuzione della durata dei soggiorni, non solo per motivi economici ma anche per una minor disponibilità di ferie, anche se assistiamo alla ricerca di alloggi in case, ville, unità abitative per tempi più lunghi (long stay).

Aumenterà il fenomeno delle prenotazioni “sotto data” e aumenterà l’attenzione della domanda verso le proposte last minute;

Molto probabilmente la domanda turistica dei primi mesi estivi sarà composta da italiani che privilegeranno le destinazioni nazionale, soprattutto quelle “minori” e meno affollate;

La domanda estera sarà marginale per la gran parte dei mesi estivi; potrà rafforzarsi successivamente in base al superamento delle emergenze sanitarie dei rispettivi paesi e al ripristino di una fiducia per gli spostamenti sia con mezzi individuali sia collettivi.

Quindi, i potenziali turisti dei prossimi mesi saranno essenzialmente italiani. In maniera speculare si osserverà lo stesso fenomeno anche sui principali mercati turistici stranieri, con le scelte di vacanza da trascorrere sul territorio nazionale. 

Sulla base dei fattori precedentemente elencati è stato ipotizzato ad oggi (20 maggio) uno scenario di mercato, sostanzialmente ottimistico, nel quale si immagina un progressivo e lineare superamento dell’emergenza sanitaria in Italia entro i primi 10 giorni di giugno, ma anche un rapido allentamento delle misure restrittive entro giugno. Con un pò di ritardo anche gli altri Paesi usciranno dalle restrizioni e, seppur con tutte le precauzioni suggerite dal mondo scientifico, dal mese di giugno tutta – o quasi – l’attività produttiva si avvierà per gradi verso una ripresa, compreso il settore turistico. 

La ripresa della produzione non lascerà spazio a scelte di vacanza per i 30 giorni successivi. A giugno inoltrato si assisterà ad una leggera ripresa della domanda italiana, mentre si dovrà aspettare ancora un po’ per la ripresa dei mercati esteri, già in ritardo sull’attuazione delle misure restrittive rispetto all’Italia. Luglio e agosto saranno i mesi di riferimento soprattutto per il mercato domestico (salvo ferie esaurite), ma non mancherà qualche segnale di recupero anche della domanda estera. I segnali di parziale recupero continueranno nell’ultimo quadrimestre dell’anno, ma con una domanda ancora debole. In crisi il mercato MICE con gli eventi cancellati e posticipati a settembre e ottobre. 

Considerando che il trimestre marzo-maggio ad oggi ha visto praticamente annullati gli spostamenti turistici, e che solitamente rappresentano circa il 20% delle presenze annuali, per l’ambito del Chianti Senese si può stimare per il 2020 una riduzione dei pernottamenti del 63%, in valori assoluti pari a 347 mila unità. Il calo della domanda italiana è previsto al -47%, mentre per la domanda estera la stima è del -68%. L’effetto stimato sulla spesa turistica per il minor afflusso di viaggiatori è pari a circa 43 milioni di euro, di cui l’85% di consumi mancanti sarebbero imputabili alla domanda straniera e il 15% alla domanda italiana.

Scenario ottimistico – Variazione presenze 2020/2019

Ricerca effettuata dal Centro Studi Turistici (Firenze)