Letteratura
Paolo Puliti
Scrivete qualsiasi cosa vi passi per la testa, vi si aprirà un mondo che non pensavate esistesse ma che era già dentro di voi.
Mi permetto di dare un consiglio a tutti quegli appassionati di libri che non hanno mai scritto niente e che magari, per timore o per pudore, pensano di non essere in grado di farlo: provateci, non costa niente.
Per iniziare vorremmo sapere, da dove vieni e cosa fai nella vita?
Sono originario di Castelnuovo di Garfagnana, in provincia di Lucca. Ho 59 anni, agronomo, sono sposato e ho due figli. Da circa 18 anni mi sono trasferito in provincia di Siena, dove ho lavorato per alcune aziende vinicole nei comuni di Gaiole e Castelnuovo Berardenga. Attualmente ricopro il ruolo di Segretario Generale del Consorzio Villa Arceno.
Quando hai iniziato ad avere la passione per la scrittura?
Ho iniziato a scrivere da qualche anno, non molti per la verità e, come spesso accade è avvenuto per caso buttando giù qualche riga per un raccontino che sembrava quasi la sceneggiatura di un fumetto ma mentre scrivevo questo primo racconto, avevo già in mente il secondo, poi è arrivato il terzo e via via tutti gli altri: è stato così che ho scoperto il piacere di scrivere e di raccontare storie.
Sei uno scrittore esordiente ma alcuni tuoi racconti sono già stati pubblicati, cosa puoi dirci di queste esperienze?
È vero, ho partecipato a diversi concorsi letterari e alcune delle mie storie sono state pubblicate in raccolte di racconti. Per tre volte sull’Antologia Criminale del Garfagnana in Giallo e lo scorso anno anche nell’antologia che raccoglie i racconti premiati al concorso Giallo Festival di Bologna. Inoltre il libro “Una vecchia casa di pietra”, nell’ottobre scorso, è rientrato tra i finalisti del premio letterario Giallo Garda e anche per questo ringrazio la casa editrice Il Viandante di Chieti, che ha pubblicato il mio libro senza chiedere alcun contributo economico, una cosa abbastanza rara in questo periodo.
Ci sono degli autori, anche della scrittura “gialla”, a cui ti ispiri?
Ho letto molti gialli, è un genere che mi piace e mi rilassa. A partire dai classici come Conan Doyle, Agata Christie, Van Dine, fino ai più moderni Fred Vargas o Stephen King. Tra gli italiani mi piace Maurizio De Giovanni e ultimamente ho avuto il piacere di scoprire i gialli di Marco Vichi e il suo commissario Bordelli.
Come è nato il romanzo “Una vecchia casa di pietra”?
In realtà non è un unico romanzo ma sono due racconti lunghi, legati dal fatto di avere come protagonista un commissario di Polizia romano, Michele Trevi, che nel primo racconto, “L’orto del tenente” si trova a indagare su un omicidio commesso proprio qui nel Chianti durante la seconda guerra mondiale; ho avuto l’idea di una vendetta consumata molti anni dopo, in tempo di pace, lasciando da parte ogni sorta di giudizio o condanna nei confronti di chiunque, vittime o carnefici, ho semplicemente voluto di raccontare una storia.
Nel secondo racconto “Una vecchia casa di pietra” invece ho cercato di dare un’impronta più intimista al personaggio del commissario Trevi, impegnato questa volta a indagare su una serie di falsi furti e a combattere soprattutto con sé stesso e con il suo passato.
Come è nato il personaggio di Michele Trevi, protagonista del testo?
Michele Trevi ha fatto la sua prima apparizione in una raccolta di racconti che ho pubblicato come e-book dal titolo “Racconti di Chitarre”. Anche in questo caso mentre scrivevo il primo racconto giallo mi è venuta l’ispirazione per una nuova storia in cui volevo che fosse ancora lui a guidare le indagini, diciamo che mi ero affezionato al personaggio e adesso, con quella che ho quasi finito di scrivere, le storie sono diventate quattro.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
A parte la revisione dell’ultima avventura del commissario Trevi, ho iniziato a scrivere una nuova storia in cui parlo di rinascita: qui il protagonista ha subito un terribile tradimento che ha sconvolto completamente la sua vita, insomma un moderno Conte di Montecristo che però realizza la sua vendetta compiendo un gesto di grande generosità.
Cosa vuoi consigliare a chi ha deciso di intraprendere la strada della scrittura’?
Quello che consigliano tutti coloro che ne sanno sicuramente più di me: leggere molto e scrivere sempre. Mi permetto invece di dare un consiglio a tutti quegli appassionati di libri che non hanno mai scritto niente e che magari, per timore o per pudore, pensano di non essere in grado di farlo: provateci, non costa niente; scrivete qualsiasi cosa vi passi per la testa, vi si aprirà un mondo che non pensavate esistesse ma che era già dentro di voi.