La Valle dell’Arbia
Una valle ricca di biodiversità ornitologica
Il progetto di monitoraggio ornitologico del torrente Arbia nasce all’inizio dell’anno 2023 grazie a Species, un gruppo di appassionati ricercatori e guide ambientali escursionistiche che operano in provincia di Siena ed in Toscana, e si sviluppa per tutto il 2023, per concludersi a metà del 2024. Il motivo di questa idea, divenuta poi realtà, nasce dal fatto che il corso del torrente Arbia, almeno nel suo tratto iniziale, risiede in un territorio di grande bellezza ed assai conservato, sul quale le informazioni naturalistiche però non sono molte.
Si sviluppa così l’idea di realizzare un monitoraggio degli uccelli che popolano questo ambiente durante l’anno; sia di quelle specie che vi passano l’inverno, sia di quelle nidificanti e, a maggior ragione, di quelle stanziali che soggiornano nel cuore del territorio chiantigiano per tutto l’anno.
Grazie all’aiuto di alcuni sponsor, tra i quali voglio citare proprio la generosa Chianti General Service, il progetto ha potuto concretizzarsi e così durante l’anno il corso d’acqua è stato scrutato in lungo e in largo con l’aiuto di binocoli e cannocchiali ma anche ascoltando e riconoscendo i canti di tante specie. I sette ricercatori che si sono avvicendati in questo monitoraggio hanno attuato dunque vari passaggi sul torrente nel corso delle diverse stagioni. Il torrente è stato suddiviso in transetti della lunghezza di un chilometro ciascuno, che sono stati percorsi cercando e annotando le specie osservate, e anche contando il numero di individui, in modo da avere delle stime sull’abbondanza di ciascuna.
Con l’aiuto di stivali e calosce e con molta attenzione e pazienza, i ricercatori sono partiti dalle sorgenti fino ad arrivare al primo grosso centro abitato che il torrente incontra, ovvero il paese di Pianella, nel comune di Castelnuovo Berardenga.
Non è stato certo facile, dato che i ventiquattro chilometri di torrente studiati presentano talvolta tratti assai incassati e scoscesi, vegetazione ricca e varia ma altrettanto intricata e diversi punti nei quali la corrente dell’acqua è molto forte. Bisogna però sottolineare che in ogni tratto del corso d’acqua ci siamo imbattuti in numerose specie interessanti e che il torrente ha rivelato angoli di rara bellezza con piccole cascate e rocce coperte di muschio a fare da cornice al panorama selvaggio e privo di presenza umana. I risultati ottenuti dal monitoraggio sono stati importanti ed hanno dimostrato la presenza di specie poco osservate e non censite nella zona, segno evidente di un ambiente ricco faunisticamente.
Tali risultati saranno pubblicati in un volume, esso stesso parte del progetto finanziato, corredato con foto degli animali osservati e con una mappa di distribuzione per gran parte delle specie. Senza dunque rivelare troppo anticipatamente ciò che si potrà leggere in questa pubblicazione, possiamo però parlare di tre specie che mi hanno sorpreso particolarmente, lo scricciolo, il martin pescatore e il merlo acquaiolo. Il primo è un uccello davvero piccolo che non abita solo vicino ai corsi d’acqua ma che ama molto i boschi fitti umidi e ricchi di nascondigli. Il suo canto straordinario e potente ci ha accolti durante tutta la fase primaverile di monitoraggio, lungo parte del tratto di torrente studiato. Il secondo è un uccello che si osserva solo legato agli ambienti acquatici, ma non è molto comune anche se ampiamente diffuso.
Il colore del suo piumaggio è una vera fiammata di azzurro, turchese e blu e lo si è visto diverse volte sorvolare a grande velocità il pelo dell’acqua sparendo poi lungo le rive alla velocità di una freccia. Il merlo acquaiolo, infine, è un uccello acquatico straordinario che vive e si nutre in torrenti e fiumi anche molto impetuosi, con numerose cascate e greto sassoso. Spesso cammina sott’acqua alla ricerca di insetti e altri invertebrati che cattura sul fondo dei torrenti smuovendo le piccole pietre. Ha le dimensioni di un merlo, anche se più rotondo e con il petto bianco e il becco sottile. Quando è posato su qualche roccia che emerge dalle acque, si muove quasi continuamente, scrutando con grande attenzione per cogliere ogni minimo movimento fuori dal fiume. La specie non è comune nel territorio toscano e il fatto di averne osservato numerosi esemplari in attività lungo l’Arbia è stata una graditissima sorpresa.
Tutte e tre le specie sono sempre motivo di emozione per noi osservatori ed ornitologi. Non parlerò qui di tutte le altre specie incontrate e censite, dai rapaci agli aironi e a molte altre ancora.
In conclusione, il torrente Arbia, nel suo percorso tortuoso e selvaggio, è uno scrigno di biodiversità ornitologica, un habitat importante per molte specie stanziali che qui trovano le condizioni ottimali per riprodursi, ma anche un corso d’acqua che presenta le giuste caratteristiche per molte specie svernanti che trovano cibo e tranquillità per trascorrere i lunghi mesi invernali prima di volare nuovamente verso il nord dell’Europa. Questa valle, contornata dalle magnifiche colline del Chianti, dimostra di mantenere in larga parte una natura ancora incontaminata e merita di essere maggiormente conosciuta e tutelata.