LA BIODIVERSITÀ

Intervista al Dott. Martino Danielli Guida ambientale escursionistica

La biodiversità: un grande valore per il Chianti

“Biodiversità” è un termine che sempre più spesso appare  nei media, sui libri e nelle scuole,  per tale motivo  sta diventando una parola di uso comune, ma sappiamo davvero di cosa si tratta?

Per biodiversità si intende la diversità di organismi viventi ed ecosistemi che popolano l’intero pianeta. In pratica, stiamo parlando della moltitudine affascinante di creature che costituiscono la vita. Approfondiamo l’argomento con il Dott. Martino Danielli, guida ambientale escursionistica, laureato in scienze naturali presso l’Università degli studi di Firenze, educatore e divulgatore scientifico, che si occupa da tempo della natura nei suoi molteplici aspetti ed ogni volta ci rivela che impara e scopre nuove meravigliose relazioni che le specie riescono a tessere tra loro, costituendo così interi ecosistemi come lo sono le foreste, i fiumi, le praterie e così via. 

Oggi, prosegue il Dott. Danielli, sappiamo che la biodiversità è in pericolo, a causa diretta ed indiretta dell’uomo, sappiamo anche che è importante lavorare per proteggere il maggior numero di specie viventi e di ambienti, anche perché, senza la loro presenza, anche noi siamo in pericolo. Basti pensare all’importanza che può avere uno sciame di api per impollinare gli alberi da frutta o una colonia di coccinelle nel mantenere sotto controllo gli afidi ed altre larve che si nutrono dei nostri raccolti. Anche le piante sono importantissime per i molti ruoli che svolgono in natura e per i servizi che erogano quotidianamente a tutta l’umanità. Un esempio interessante, che possiamo trovare nel territorio del Chianti, è quello del salice bianco, Salix alba, un albero legato agli ambienti umidi, ai ruscelli e alle sponde dei laghi. Questa pianta è da sempre stata usata dai contadini, che avevano l’abitudine di potarlo in modo da avere ad ogni stagione nuovi rami lunghi e sottili. 

Questi rami hanno la caratteristica di essere estremamente elastici e resistenti e dunque sono ottimi per legare i rami delle viti in primavera ed estate, inoltre sono usati per realizzare ceste e altri contenitori intrecciati. Il salice, o salcio nella parlata locale, era sempre presente, e custodito attentamente, presso le fonti d’acqua ed i fossi al bordo dei campi. Oggi il suo uso è stato largamente sostituito dalla meno nobile e soprattutto non biodegradabile plastica ma i salici sono sempre li a testimoniare il loro glorioso passato. 

La biodiversità presente nel Chianti è davvero importante. Il suolo calcareo, il clima mediterraneo e l’orografia del territorio, unita alla moderata impronta dell’uomo, hanno conservato centinaia di specie diverse. Molte sono le piante di interesse che possiamo trovare negli oliveti terrazzati, lungo i corsi d’acqua o nei boschi di querce e castagni. In primavera fanno la loro comparsa numerose orchidee selvatiche con le caratteristiche forme e colori. Una specie molto particolare è  l’orchidea Limodoro, Limodorum abortivum. Questa pianta risulta subito particolare nell’aspetto, infatti  l’infiorescenza è di colore viola con varie sfumature ed il fusto è dello stesso colore, inoltre, fatto curioso, non ha foglie! Come può vivere una pianta senza foglie!? Semplice, si stratta di una specie parassita, che si collega ad altre piante assorbendo i nutrienti a scapito dell’ospite. Altri organismi, che possiamo trovare un po’ ovunque nel territorio del Chianti in gran numero, sono i licheni, complesse creature, risultato dell’unione tra un’alga e un fungo. Testimoniano una buona qualità dell’aria e la presenza di una certa umidità. Un lichene in particolare è degno di essere osservato, si tratta della Lobaria pulmonaria, una specie che troviamo attaccata al tronco degli alberi che usa come supporto. Questo organismo cresce talvolta in modo dirompente superando i 50 cm di diametro con i suoi lobi di un intenso colore verde. L’aspetto interessante è che si tratta di una specie in declino in molti luoghi d’Europa e d’Italia, ma che sembra piuttosto diffusa nei boschi del Chianti, purchè non siano degradati da tagli eccessivi.

Vi sono poi tantissimi animali diversi che popolano le colline e le vallate del nostro territorio. Alcuni sono poco visibili, perché la loro vita si svolge prevalentemente di notte, come nel caso degli istrici,  Hystrix cristata, grandi roditori coperti di aculei e ghiotti di tuberi e bulbi. Gli istrici sono poco amati dai contadini per le stragi di patate, giaggioli ed altre piante coltivate, ma sono una specie fortemente protetta, dato che in Europa si trovano solo nel centro e sud d’Italia. Può capitare di incontrarli lungo le strade di notte o di imbattersi in uno dei loro aculei bianchi e neri che usano per proteggersi dagli attacchi dei predatori. 

Anche tra gli uccelli vi è un’ampia biodiversità. Alcune specie sono migratrici ed altre invece vivono nel Chianti tutto l’anno. Se vogliamo guardare alle dimensioni, uno dei più grandi uccelli presenti è il biancone o aquila dei serpenti, Circaetus gallicus. Questo enorme rapace arriva nella primavera dopo un volo di migliaia di chilometri dall’Africa all’Italia, passando dalla Spagna e lungo le coste francesi. L’apertura alare supera i 170 cm nelle femmine, dando loro l’aspetto imponente delle aquile; la dieta del biancone è specializzata nei serpenti, che cattura con picchiate improvvise. Il piumaggio del ventre e delle ali nella parte inferiore è in gran parte bianco, da cui il nome. Se invece ci dedichiamo ai più piccoli, una delle specie più caratteristiche è il fiorrancino, Regulus ignicapilla, un piccolissimo uccello di 9 cm di lunghezza e meno di 10 grammi di peso. Il fiorrancino è attivissimo ed in continuo movimento. Il volo è spesso molto rapido, facendolo talvolta assomigliare al colibrì. Il suo nido è una piccola coppa intessuta di fili di ragnatela, muschio e licheni, che nasconde accuratamente tra i cipressi o i lecci più fitti. I suoi richiami acuti e squillanti lo rivelano quando si sposta tra le fronde più alte, ma se vi capita di vederlo indispettito avrà ben visibile la sua cresta di color arancio fiammante.  

Molti altri sono gli esseri viventi che arricchiscono i nostri territori, dai funghi alle felci, dagli insetti ai mammiferi più grandi come i cervi e i cinghiali. Un muretto di un oliveto terrazzato può rivelarsi un ecosistema in miniatura, e lo stesso vale per i tomboli dei ruscelli o per un viale di cipressi.  Tutto questo dimostra che il Chianti, seppure con qualche difficoltà, preserva ambienti unici e molte specie importanti, costituendo un territorio ricco di biodiversità. Non resta che inoltrarsi lungo sentieri e stradelli per scoprire le molte peculiarità della biodiversità e magari stupirsi con incontri inattesi e fortunati con specie rare e affascinanti, come il Dott. Danielli ha fatto per poi scrivere il libro “Incontri ravvicinati di ogni tipo” sulla vita degli animali selvatici autoctoni e come quotidianamente fa durante la sua attività di educatore con il Museo della biodiversità di Monticiano e come volontario presso numerose associazioni ambientali, tra le quali il WWF Siena.