FRANCO INNOCENTI: UNA VITA IN VERTICALE

In una bella giornata di marzo siamo andati a trovare Franco Innocenti, gaiolese adottivo dal 1977, per noi amico oltre che pittore per tutti “l’uomo della torre”.

Nato nel ’31 nel centro di Firenze, ha avuto una vita avventurosa, ricca di soddisfazioni, esperienze e stimoli che nel corso degli anni hanno trovato una loro concretizzazione nelle opere da lui realizzate: una sintesi di colore, fantasia, ironia e sarcasmo tipico della sua fiorentinità tanto da valergli l’appellativo di “pittore ironico”. 

Franco sostiene di aver vissuto tre vite in una ma, tutto considerato, forse ne ha vissute molte di più: l’infanzia e la giovinezza nella Firenze della guerra e della rinascita nel dopoguerra, la scuola poi l’università, dove fu assistente di Spadolini in Storia contemporanea (invece di Belle Arti come da tutti consigliato si iscrisse a Scienze politiche perché la mamma sosteneva che “i pittori sono tutti morti di fame”), la partenza in transatlantico per l’America da neolaureato con fidanzata statunitense, il lavoro a Beverly Hills, l’incontro con Walt Disney con il quale ebbe una breve parentesi lavorativa come disegnatore del film “Sleeping Beauty”, il matrimonio, il ritorno in Italia già padre, la conoscenza con Adriano Olivetti dal quale venne assunto poco prima della sua scomparsa e lavorò per 13 anni.

In Olivetti Franco ha poi girato il mondo come formatore (Giappone, Africa, America, ecc..) non cessando mai di dipingere, facendo tesoro di ogni esperienza: gli ideogrammi giapponesi, la visita alle più importanti pinacoteche del mondo e traducendo tutto in opere tanto che già nel 1971 Franco realizza, con gran successo, la sua prima mostra personale a Firenze.

Nel frattempo nasce il secondo figlio ed in modo quasi romanzesco conosce Yvonne, la seconda moglie, dalla quale ha poi avuto un terzo figlio e che lo accompagna da più di 40 anni nel loro buen retiro “verticale” (la torre di Barbischio) acquistata rudere con la liquidazione della Olivetti e restaurata in modo magistrale: secondo Franco la torre è il luogo ideale dove dipingere, c’è luce da ogni lato perché ci sono finestre in ogni lato, è possibile isolarsi dal mondo ed anche “dominarlo” .

Dopo alcune centinaia di quadri, innumerevoli mostre e molti riconoscimenti soprattutto da parte del pubblico, Franco ha deciso di non dipingere più e di dedicarsi ad altri passatempi come quello la riscoperta del tesoro fotografico, documentale e videografico ereditato dal padre che, da pioniere, ha accumulato anni di testimonianze sulla vita e gli eventi della Firenze dagli anni 30 in poi.

Il pomeriggio scorre veloce, potremmo rimanere a lungo a parlare con Franco ed Yvonne, parlare della fede spassionata per la Fiorentina, dei ricordi di un mondo genuino, degli innumerevoli ospiti che negli anni hanno frequentato la loro torre, degli strani compaesani che non ci sono più ma anche delle mille sfaccettature del surrealismo da cui nasce e si sviluppa il “realismo fantastico” di cui Franco è un esponente di spicco.

Abbiamo già concordato che torneremo per scuriosare nell’archivio di casa Innocenti e per trascorrere ancora qualche ora in piacevole, interessante ed arguta compagnia. Grazie