CONFRATERNITA DI MISERICORDIA DI GAIOLE IN CHIANTI onlus

Non c’è più la Misericordia di una volta… non ci sono più i volontari di un tempo… Sembrerebbe un de profundis privo di speranza? Vediamo. Una volta, e qui si va addirittura ai primi del secolo scorso, indicativamente al 1901 quando la Congregazione di Carità di Gaiole, per Regio Decreto diventa Associazione di Misericordia, è la Famiglia Ricasoli, nelle varie sue componenti, che “propone et incoraggia”, oggi si direbbe “sponsorizza”, questo adeguamento statutario sostenendo anche la neonata Associazione con la donazione di un carro lettiga e facendo leva sul Comune di Gaiole affinché questi la dotasse di un “appannaggio adeguato” . 

Prima assimilazione che sconfessa il de profundis: oggi, come allora, le imprese e gli enti del tessuto sociale sono ritornate ad essere il riferimento cardine dell’attuale Confraternita, la quale, umilmente e coraggiosamente, opera per riannodare quei fili, negli anni, purtroppo recisi o molto sfilacciati. 

E’ bene quindi citare i primi obiettivi raggiunti: il comune di Gaiole che delibera di destinare i locali Pescherini e Vecchi Macelli, alla Misericordia affinché questa possa offrire sempre più servizi utili e diversificati; le pregiate aziende viticole del territorio che dislocano uno o più loro dipendenti a disposizione dei servizi ordinari, (già due aziende hanno siglato un protocollo di partecipazione e altre sono in procinto di aderire); le tante altre attività commerciali e professionali che hanno siglato un accordo di convenzione per i soci e volontari con scontistiche varie su prodotti e servizi anche sanitari; e l’importante impegno della Fondazione San Polo in Rosso presieduta dalla Sig.ra Claudia Canessa, prima fra tutte le altre, al momento in fase interlocutoria, che ha condiviso, sostenendo con una donazione annuale, lo sforzo che la Misericordia di Gaiole ha deciso di fare per aprirsi al mondo del lavoro dipendente. E questa è la seconda assimilazione che contraddice il de profundis dato che frequenti sono stati, negli anni di vita della confraternita, gli accordi di prestazioni a pagamento per lo svolgimento dei servizi in affiancamento ai volontari, primo fra tutti, in ordine di tempo, la gara di appalto vinta nel 1905 da un certo Angiolo Mugnaini, gaiolese detto Rabino, al quale venne affidato il trasporto su lettiga dei malati “agli spedali di Siena, Greve, Montevarchi et Sangiovanni V.no, visti i lunghi et impervi tragitti, per non gravare ulteriormente sulla generosa fatica di abnegazione dei volontari tutti…” Quanto è moderno questo concetto che premia la dedizione dei volontari avverso alla logica che li vuole spremuti fino all’osso e che, comunque smuove risorse che si ripercuotono sul territorio.

Di questa visione condivisa siamo orgogliosamente grati alla Fondazione, ci dà forza, e non solo economica. Successivamente e siamo intorno al 1905, saranno sempre i Ricasoli insieme ad un comitato di notabili gaiolesi e fiorentini, attingiamo ancora agli archivi storici, “ a suggerire e siglare l’aggregazione alla vetusta Confraternita di Misericordia di Firenze capillarmente diffusa sul territorio toscano… “ e questa è una ulteriore smentita del de profundis, anticipando quel concetto di rete fra soggetti attivi che devono fare fronte comune per affrontare e gestire le emergenze e le criticità, purtroppo sempre più diffuse.

In questo la Misericordia ha avviato un processo di rinnovamento radicale, dotandosi di sistemi che le potranno consentire di affrontare sfide sempre più audaci in un tessuto sociale sempre più provato e in difficoltà. Gradualmente i tempi lunghi, e spesso morti, nella gestione dei servizi, con ore di attesa fra un viaggio e l’altro, potranno essere ridotti ed ottimizzati affinando il processo già in atto di gestione informatizzata dei rapporti con la centrale. Liste di prenotazione a programmazione sempre più lunga, con distinti canali fra servizi ricorrenti e servizi occasionali, daranno respiro a tutti i volontari potendo così mettersi in lista con ampio margine di tempo e non pressati dalle convocazioni a volte la sera per il giorno dopo. Poter contare su due o tre soccorritori ad orario stabilito, adeguatamente retribuiti per coprire i servizi PET, nei giorni lavorativi più difficili da riempire solo con volontari, quasi sempre occupati dal proprio lavoro giornaliero. Limitarsi alla constatazione che il mondo del volontariato è cambiato resta una analisi scarna e riduttiva se non si ricercano le ragioni di questo cambiamento, ragioni che attingono alla diversa composizione della popolazione attiva, all’età pensionabile sempre più alta, al mondo giovanile sempre più sopraffatto e spesso smarrito, suo malgrado il più delle volte, da bisogni indotti e lontani dai valori della solidarietà e dell’impegno civile. Ma questi sono argomenti certamente più grandi delle possibilità di una piccola ODV come la Mise di Gaiole e li lasciamo ai più preparati.

Limitiamoci allora a non perdere di vista gli obiettivi che quotidianamente affrontiamo e che dobbiamo mantenere e migliorare. Primo fra tutti l’impegno volontario e senza fini di lucro sancito dallo statuto e valore fondante dell’Organizzazione. Se cambieranno alcuni rapporti interni sarà solo con lo scopo di migliorare i servizi offerti e di essere pronti alle opportunità che un’offerta sempre più vasta ci richiede. Quindi la presenza sul territorio di un presidio di emergenza 24H per 365 gg all’anno, che in poco meno di un’ora, mediamente considerate le zone più lontane del comune di Gaiole e dei comuni di Radda e Castellina, interviene su una chiamata e raggiunge il presidio ospedaliero più vicino. Nel 2021 con circa 900 presenze di volontari nei giorni di turno sono stati 265 gli interventi spesso in codice giallo e rosso. Mantenere e migliorare i servizi ordinari, 6 giorni su 7 tutto l’anno con circa 1.800 servizi nel 2021. Garantire questa presenza costante, con una dotazione di mezzi oltremodo efficiente, rende più sicuro un territorio, per la popolazione residente ma anche per quella di passaggio che lo popola per turismo o altre ragioni. Ma non è solo il quanto che ci motiva bensì il come.

Come fare della Mise un centro di aggregazione dove i principi di scambio solidale spaziano e aprono al mondo circostante, dove il gruppo dei volontari e dei soci è adeguatamente gratificato per l’impegno profuso ed al tempo stesso stimolato a guardarsi intorno forte di una appartenenza che fa onore e arricchisce. Con i nuovi locali, messi a disposizione del comune, i rapporti di partenariato in divenire con le aziende del territorio, la ritrovata unità con le altre confraternite del Chianti, la fervida e fattiva interazione con l’amministrazione comunale e il dialogo con le altre associazioni del territorio, anche se qui c’è ancora un po’ di lavoro da fare, la sede non sarà solo, o meglio, non sarà più solo il punto di partenza di un viaggio di solidarietà in aiuto ad un bisogno, ma sarà il punto di partenza per una visione nuova del rapporto con se stessi e gli altri, un luogo dove le idee prenderanno forma e chi le proporrà sarà ascoltato e possibilmente supportato, uno spazio privilegiato da dove lo sguardo sul mondo, vicino e lontano, sarà, potrà essere, più fiducioso e meno rassegnato o impaurito. L’appuntamento imminente del rinnovo del Magistrato sarà un utile occasione per aggiungere nuovi ed importanti passi su questo percorso, partito da lontano e che, per quanto impervio ed a volte minato, è quello dove tutti, chi più avanti, chi più indietro, chi dà dentro e chi dà fuori, sempre e comunque potrà contare, al momento del bisogno, sulla Misericordia. Per un sostegno o semplicemente per fermarsi un momento a riprendere fiato.