Archeologia: Castellina in Chianti
La presenza dell’uomo nel territorio di Castellina in Chianti ha origini antichissime, risalenti agli etruschi già dal periodo orientalizzante recente come attestato dai monumentali sepolcri di Montecalvario e del Poggino di Fonterutoli (VII-VI secolo a. C.).
di Vito Di Meo
Certamente doveva esserci anche un insediamento nella località di Salingolpe (o Salivolpi), a pochissime centinaia di metri dall’attuale centro cittadino. Di estremo interesse, a tal riguardo, è il pozzo etrusco presente nelle pertinenze di Casa al Vento. Proprio in quest’area si rinvennero la testa di un kouros (ragazzo) in pietra serena e alcuni bronzetti votivi raffiguranti figure maschili e parti anatomiche (una gamba), chiari esempi di richieste di guarigione legate a un culto. Se, per il periodo etrusco, ci sono ampie testimonianze, meno evidente e poco documentato è il periodo alto medievale. Abbiamo però vari documenti relativi ai piccoli borghi e alle pievi presenti nel territorio castellinese. Sappiamo, ad esempio, che nell’anno Mille vengono citati i castra (centri di proprietà feudale) di Grignano, Bibbiano, Rencine, La Leccia, Monternano.
Alla fine del X secolo è già attestato il castello di Ricavo e i villaggi di Sterzi, Topina e Fonterutoli, dove nel 998 Ottone III mise fine alle contese territoriali tra le diocesi di Siena, Fiesole e Arezzo. Sempre a Fonterutoli, nel XIII secolo, saranno stipulati i primi accordi relativi ai confini territoriali tra le due grandi potenze di Firenze e Siena. Nei Decimari pontifici Duo-Trecenteschi si menziona la chiesa di Castellina, detta anticamente del SS. Salvatore all’Arbiola, poiché posta nelle vicinanze della sorgente del fiume Arbia. Castellina inizia ad essere citata in relazione all’antico incastellamento del Trebbio (XI secolo), distante un paio di chilometri dal paese odierno. Con la costituzione della Lega del Chianti, organismo fiorentino di natura militare e amministrativa, Castellina ricoprì, insieme agli altri centri di Radda e Gaiole, il ruolo di “terziere”. La lega, il cui emblema era il gallo nero, si costituiva di tre terzieri, con podesteria (capoluogo) a Radda.
La sua istituzione risale all’inizio del XIV secolo. Il borgo di Castellina fu raso al suolo nel 1397 dai Visconti di Milano, alleati dei Senesi. È da questo momento che Castellina finalmente assunse la forma di una struttura realmente fortificata. Nell’aprile del 1400 la Repubblica fiorentina deliberò di riparare il sito e di munirlo di una più ampia cerchia muraria intervallata da torri e dal monumentale cassero che ancora oggi è possibile ammirare in tutta la sua imponenza. Dai registri dell’Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze, si apprende come fino al 1431 la riedificazione del castrum non fosse ultimata e tal proposito fu qui inviato Filippo Brunelleschi, autore del suggestivo camminamento interrato detto Le Volte: un’opera maestosa capace di rivoluzionare la difesa militare medievale.
Il centro storico di Castellina in Chianti mostra tutt’oggi tratti imponenti dell’antico sistema difensivo. Si notano bene le mura soprattutto del lato Est. La chiesa del SS. Salvatore dentro l’abitato, di origine quattrocentesca, è stata ricostruita in stile neoromanico nel 1947. Al suo interno conserva un pregevole affresco staccato del XV secolo raffigurante la Madonna del Latte in trono tra angeli e i SS. Giovanni Battista e Galgano, opera attribuita al Maestro di Signa, allievo della bottega di Bicci di Lorenzo. Nella navata destra troviamo, invece, il reliquario barocco contenente le reliquie di San Fausto Martire, patrono del paese fin dal 1661. La grande torre e il cassero che sovrastano l’attuale Piazza del Comune sono forse uno dei maggiori simboli di questa comunità. La rocca, ristrutturata negli anni Venti del Novecento dall’architetto Egisto Bellini, fu sede del Comune dal 1927 fino a qualche decennio fa, quando nel 2006 i locali furono destinati a ospitare il Museo archeologico del Chianti senese. In via Ferruccio è possibile ammirare alcuni palazzi signorili tardo rinascimentali come il Palazzo Squarcialupi-Ugolini, cinquecentesco, e il Palazzo Bianciardi, la cui presenza è attestata già dalla prima metà del Quattrocento come albergo usato al tempo di Pandolfo Ricasoli ed ebbe a ospitare, nel 1515, papa Leone X durante il suo viaggio per Bologna.
V.D.