Il libro: Con gli occhi aperti
Alessandra Cotoloni
Alessandra Cotoloni è nata a Siena il 03/09/1966 e si è laureata in Architettura. Vive a Siena, dove lavora presso l’Amministrazione Comunale, svolgendo la professione di Architetto.
Da sempre è stata animata dalla passione per la scrittura, in particolar modo per la narrativa.
Da qualche anno si dedica, tuttavia, anche alla poesia, con la quale sviscera ed analizza gli aspetti del vasto mondo emozionale umano.
Nel Dicembre 2015 ha pubblicato il suo primo romanzo “L’anima sgualcita” ed. Progetto Cultura di Roma, che affronta il tema della violenza sulle donne e con il quale partecipa a numerosi eventi anche con associazioni contro la violenza sulle donne.
Dall’Aprile 2015 appartiene all’ Associazione culturale degli scrittori senesi” di cui è la vicepresidentessa.
Nel giugno 2020 è uscito il suo sesto romanzo CON GLI OCCHI APERTI della casa editice Betti di Siena che riguarda la storia romanzata dello scritore senese Federigo Tozzi.
Una sorta di biografia dell’autore, che in prima persona ripercorre le fasi essenziali della propria esistenza , sviluppando anche la parte umana e psicologica dello scrittore senese , morto prematuramente alla’età di soli 37 anni.
Come nasce il suo libro?
Il libro nasce da un’idea dell’editore Betti che aveva piacere di omaggiare il centenario della morte di dello scrittore senese Federigo Tozzi, attraverso una sorta di biografia che però non avesse le caratteristiche di saggio in quanto di libri del genere che ben inquadrano il personaggio, già ce ne sono molti.
L’editore conoscendo anche il mio precedente lavoro “Il diario di Pietra” che riguardava la storia di un uomo realmente vissuto e che aveva trascorso la sua vita in un manicomio, si è quindi rivolto a me, dandomi carta bianca , affinché parlassi di Tozzi nella maniera che mi è più congeniale.
In quale modo ha iniziato a “conoscere” il personaggio di Federigo Tozzi, considerata la sua natura controversa?
Per poter parlare di una persona come Federigo ho quindi cominciato a leggere i suoi romanzi, le novelle e non solo libri di critica e biografie classiche, tutto quello che mi poteva servire per “assorbire” la persona di Federigo, perché è caratteristica del mio scrivere quella di cercare di vestire i panni di colui di cui racconto la storia.
Questa sorta di identificazione è come se mi aiutasse a percepire gli stessi stati d’animo che hanno mosso le decisioni del personaggio stesso.
E’ stato un lavoro essenziale per permettermi poi, sempre e comunque in punta di piedi, di poter narrare la storia in prima persona, facendo parlare personalmente Tozzi, facendogli raccontare la sua storia in maniera coinvolgente e non come semplice susseguirsi di date ed eventi accaduti cronologicamente.
In effetti l’aspetto psicologico ed introspettivo si rivela sin dalle prime pagine…
Era mia intenzione parlare di Federigo da un punto di vista prevalentemente umano – non a caso il sottotitolo del libro è:” viaggio nelle emozioni di Federigo Tozzi”, percependo di lui la sua natura, le sue debolezze, fragilità, disprezzi, amori etc…
Il romanzo non poteva dunque che aprirsi attraverso l’immagine di Tozzi che fermo sulla soglia della camera da letto di suo padre, osserva quest’uomo che sta morendo.
E’ infatti questo avvenimento che dà lo spunto a Federigo di cominciare a narrare la propria storia , partendo proprio dal cattivo rapporto che ha avuto con il proprio padre.
Un rapporto che condizionerà tutta la sua vita e che lo vede contrapporsi, con il suo amore per la lettura e la propria passione per gli scrittori di varie epoche e genere, al materialismo sfrenato del padre, intento, nella propria vita solo ad accumulare beni materiali. Questo aspetto del poco o nullo interesse per l'”apparenza”, per il materialismo, caratterizzerà Federigo fino alla fine dei suoi giorni. Sarà una persona alla quale interesserà sempre e soltanto l’essenza delle cose e non l’estetica.
Un altro argomento chiave affrontato nel libro è il rapporto conflittuale con Siena… come viene vissuto da Tozzi questo disagio?
In tante pagine delle sue opere Federigo dipinge delle immagini della sua città che sono dei veri e propri quadri, specie quando parla delle case di Siena che sono ammucchiate e pare si sostengano l’una con l’altra. Dall’altra però si percepisce , a volte espressamente detto, una sorta di rancore e fastidio verso una città che non lo vede quasi ( importante il concetto dell’invisibilità e che lui si porta dietro proprio a causa dei rapporti negativi con il padre) e che lo costringe addirittura a “migrare” a Roma per trovare un ambiente che lo prenda in considerazione e lo riconosca come grande scrittore. Ecco dunque che si legge qui tutto il suo pathos rivolto alla necessità interiore di un riscatto, che lo renda visibile agli occhi di una Siena che non lo ha considerato.
E l’incontro con Emma Palagi?
Si anche questo è un momento molto importante della sua vita. Diverrà sua moglie e da lei non si distaccherà mai neanche dopo che il loro matrimonio è finito a tutti gli effetti, continuerà a nutrire per lei una profonda stima come consigliera, correttrice di bozze dei suoi lavori, esperta critica. Molto interessante dunque questo stesso rapporto.
Ecco in sostanza il mio libro , che quasi provocatoriamente si intitola ” con gli occhi aperti” parafrasando il suo più celebre romanzo ” Con gli occhi chiusi”, è proprio un viaggio che Federigo, narrando in prima persona, svolge all’interno di se stesso. Tutto questo perché per comprendere meglio i suoi libri, occorre in primo luogo conoscere l’uomo Tozzi, una persona ricca e anche piena di turbamenti, smania di successo, di essere riconosciuta per la sua capacità di scrivere.
Un personaggio pieno di fascino che mi ha colpito molto, anche perché soprattutto questa sua forte ricerca dell’identità personale é un tema che trovo molto attuale, in un sistema come il nostro in cui si cerca di omologare le persone, creando forti crisi identitarie.